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Uccelli Giratori

Introduzione Treroni Colombo Pappagallo (Phalacroteron abyssinica) Colombi Colombaccio (Columba palumbus) Colombella (Columba oenas) Piccione Torraiolo (Columba livia)

Colombi Cuculi Colomba Migratrice (Ectopistes migratorius) Tortore Tortora (Streptopelia turtur) Tortore dal Collare o Tortora Comune (Streptopelia risoria) Colomba Minore (Chalcopelia afra) Colombi Rallidi Cuculi (Melopeleia meloda) Colomba Passerina (Pyrgitoenas passerina) Colomba Sparviero Striata (Geopelia sinnica) Colomba dalla Coda Conica (Stictopelia cuneata) Colombi Corridori Colomba Pernice (Starnoenas cyanocephala) Fapi

Colomba dal Ciuffo (Ocyphaps lophotes) Colomba dalle Ali di Bronzo (Phaps chalcoptera) Colomba Scritta (Geophaps scripta) Colomba Gazza (Leucosarcia picta) Colombe dal Bavero Colomba dal Bavero o delle Nicobare (Coloenus nicobarica) Colombe Coronate Colomba Coronata (Goura coronata) Colomba Coronata di Vittoria (Goura victoriae) Diduncoli Diduncolo (Didunculus strigirostris)

VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - GIRATORI

COLOMBI CUCULI

Si dà il nome di Colombi Cuculi a quella famiglia di giratori i cui membri sono caratterizzati da forme snelle, testa piccina, ali piuttosto brevi, coda lunga e piedi corti.

Si tratta di un gruppo non molto ricco di specie, rappresentato tanto nell'antico quanto nel nuovo mondo; di tendenze molto socievoli, ve ne sono che si raccolgono in branchi addirittura sterminati, così ricchi che riesce praticamente impossibile dare una indicazione anche approssimativa del numero di individui che ne fanno parte.

Il loro alimento consiste soprattutto in varie specie di frutta raccolte nei boschi o nei folti giardini.

Limiteremo la descrizione alla specie più nota, che è anche la più importante.

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COLOMBA MIGRATRICE (Ectopistes migratorius)

Mio padre diede il nome di Uccelli Zingari ad alcuni rappresentanti di questa famiglia, la cui vita si svolge appunto all'insegna di un continuo peregrinare che richiama alla mente quello delle perennemente instabili tribù gitane. La Colomba Migratrice appartiene a questo gruppo, e ne è anzi il membro più ragguardevole: essa si stabilisce ora in un punto ora in un altro delle sterminate selve dell'America settentrionale, si propaga in numero strepitoso, consuma tutti i viveri del territorio dove si sofferma e riparte, continuamente spinta dal bisogno di soddisfare le proprie necessità vitali, enormemente moltiplicate per l'incredibile ampiezza quantitativa dei branchi dei quali regolarmente fa parte.

Uccello di forme robuste, con il collo lungo, la testa piccola, il becco di media lunghezza e piuttosto sottile, ha inoltre ali lunghe e aguzze, coda lunga e graduata, ad eccezione delle due penne mediane, che sono piuttosto abbreviate, tarsi corti ma robusti. La sua lunghezza si aggira sui quaranta centimetri, venti dei quali fanno parte della coda; le ali stanno sui diciotto, e l'apertura alare sui sessanta. Queste misure vanno alquanto ridotte per gli individui di sesso femminile. Nel suo piumaggio predomina il colore azzurro-ardesia, che sulle parti inferiori sfuma verso il grigio-rossiccio; i lati del collo hanno riflessi violetti, il ventre ed il sottocoda sono bianchi, le remiganti nericce con margini candidi, le timoniere centrali e le laterali grigio-chiare, con macchie rosso-brune ed una nera distribuite sul pogonio interno. L'occhio è rosso, il becco nero ed il piede rosso-sangue. Oltre che per le proporzioni minori, particolare al quale s'è già accennato, la femmina è distinta dal predominante colore cinerino del dorso, dal grigio-biancastro del groppone e dal bruno-rosso delle copritrici centrali della coda.

La Colomba Migratrice si incontra dalla baia di Hudson fino al Golfo del Messico, e dalle Montagne Rocciose fino alla costa orientale degli Stati Uniti. Non è sempre egualmente numerosa: ad oriente sembra che sia più numerosa che altrove, ed anzi gli scrittori più degni di fede, come l'Audubon ed il Wilson, hanno raccontato a questo proposito cose che un lettore europeo stenta veramente a credere. Dicono che gli stuoli di queste Colombe sono tali da offuscare il sole, che selve estesissime si essiccano per la grande quantità di acre sterco che esse vi lasciano, che i rami più robusti si spezzano sotto il loro peso e che comitive intere di persone, compresi gli animali che hanno al seguito, si alimentano per settimane con le loro carni dopo ogni passaggio. Volano con straordinaria velocità, battendo rapidamente le ali, e sono in grado di reggere a percorsi incredibilmente lunghi con insospettabile velocità. Il volo, del resto, è il loro mezzo di vita più importante, perché appunto spostandosi continuamente esse riescono a rintracciare sempre nuove occasioni per cibarsi: le migrazioni che compiono non sono mai in funzione delle stagioni o della temperatura, ma unicamente dell'alimentazione. Con la forza delle ali sono in grado di fare cose a stento immaginabili, superando in pochi giorni enormi distanze: nei dintorni di New York se ne uccisero che avevano ancora il gozzo pieno di riso, e non potevano essersene cibate che nei lontani campi della Georgia e della Carolina! La forza del volo si accompagna all'acutezza della vista, che consente loro di scoprire il cibo di cui abbisognano nei Paesi che vengono via via sorvolando: si è notato che nelle regioni incolte si tengono a quota elevata, mentre si abbassano quando trascorrono sui boschi che promettono qualche alimento.

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I racconti che i naturalisti americani ci hanno lasciato riguardo alle colombe migratrici peccano qualche volta, può essere, di eccesso, e lasciano qualche posto all'esagerazione. Tuttavia, della serietà di certi nomi non si può dubitare: anche facendo alcune doverose riduzioni, non è certo il caso di prendere per favole le loro descrizioni, che anzi costituiscono quanto di più preciso e scientificamente responsabile si sia scritto sull'argomento. Ecco quello che dice Audubon: «Tosto che le colombe scoprono l'alimento, cominciano a volteggiare allo scopo di esplorare la zona. Il manovrare di quelle fitte masse ci offre uno spettacolo singolare. A seconda del movimento, volgono allo spettatore ora la parte superiore, ora l'inferiore, e la massa appare quindi ora azzurra, ora porporina. Ad intervalli corrono al basso scomparendo anche fra il fogliame, ad un tratto poi s'innalzano e volano a maggiore altezza. Scendono finalmente a terra, ma alla minima apparenza di pericolo fuggono con immenso fragore e cercano di allontanarsi dalla minaccia: quindi la fame le costringe a scendere nuovamente sul suolo. Appena a terra, frugano tra le foglie avvizzite in cerca di ghiande, e alcuni branchi si innalzano e, sorvolando la massa principale, si vanno a fermare in un punto vicino. Questo movimento avviene con tale velocità e frequenza che l'intiera massa appare in continuo movimento. Immensa è la quantità di cibo che prendono da terra, e la raccolta è così diligente che invano se ne cercherebbe, dopo, qualche avanzo. Divorano con tale avidità che spesso, per inghiottire una noce o una ghianda, le vidi accasciarsi come soffocate. Dopo che si sono saziate, si portano sugli alberi per riposarsi e digerire, e sui rami corrono allegramente in su e in giù, allargando la bella coda e muovendo graziosamente il collo. Verso il tramonto del sole volano in grandi masse ai luoghi ove intendono pernottare, spesso a centinaia di migliaia dal punto in cui si sono fermate a mangiare». Riguardo al processo di riproduzione, sempre lo stesso Audubon ci informa che il nido viene posto su piante molto alte in zone ricche di cibo e vicine all'acqua, in questo periodo l'uccello sussurra in toni, che, sebbene sommessi, sono più forti di quelli dei nostri colombi domestici; il maschio si pavoneggia superbo, mentre segue dappertutto la femmina con gli occhi scintillanti, si alza in volo per brevi tratti, ritorna per accarezzare dolcemente la compagna lisciandola con il becco e le porge il cibo che porta per lei dentro il gozzo. Poco dopo, entrambi si dedicano alla costruzione del nido, che consta di pochi rami secchi, collocati su qualche biforcazione. Sullo stesso albero si possono spesso contare decine e decine di nidi, nei quali la femmina depone due uova di colore bianco; è essa che si dedica alla cova, mentre il maschio le porta gli alimenti e la tratta con grande tenerezza e affetto. Non appena i piccini sono sgusciati, arriva il più terribile avversario della Colomba Migratrice: l'uomo riprende la sua opera di distruzione, e si ripetono le scene da tregenda che abbiamo già visto verificarsi in diverse circostanze.

Anche in questa occasione migliaia e migliaia di uccelli vengono uccisi; si abbattono gli alberi e i rami, i nidi crollano sul terreno ed i piccoli muoiono, mentre i genitori si aggirano disperati intorno alle dimore distrutte e vengono a loro volta sterminati senza alcuna pietà. Anche in questi casi all'opera dell'uomo si associa quella degli uccelli da preda, che vengono a banchettare nell'incredibile e ricca confusione del momento.

Si potrebbe credere che queste stragi abbiano per effetto la progressiva distruzione di questa specie di volatili, ma essi vi sopperiscono con la loro grande prolificità. Del resto, sappiamo bene che anche in Europa si compiono verso determinati uccelli delle distruzioni altrettanto spietate, forse meno violente e spettacolari ma certo più continue, sistematiche: tordi e cincie, per esempio, vengono massacrati in continuazione ed in ogni luogo, mentre le stragi di colombe migratrici avvengono solo in luoghi determinati ed in precisi periodi dell'anno.

In schiavitù, i nostri uccelli si adattano bene e rapidamente, e, se li si cura, vivono a lungo e si propagano senza difficoltà. Ormai, non c'è collezione ornitologica di qualche valore che ne sia priva.

TORTORE

Le Tortore formano una famiglia numerosa e molto omogenea; hanno forme snelle, testa piccola, ali e coda lunghe, piedi anch'essi relativamente lunghi e adatti per camminare sul suolo.

Vivono in tutti i continenti, ma soprattutto l'Asia e l'Africa ne sono ricche.

Per la maggior parte preferiscono i radi boschetti, compresi quelli sparsi nelle aride pianure; alcune specie amano le selve vergini ed umide e cercano la vicinanza dell'acqua.

I loro costumi richiamano da vicino quelli degli altri colombi, superandoli forse per la grazia dei movimenti, la rapidità del volo e l'amabilità della voce.

Sempre di indole molto socievole, in alcuni casi si riuniscono in stormi numerosissimi che eguagliano quelli delle colombe migratrici nell'America settentrionale.

Tortora

Collocano generalmente il loro nido o tra i bassi sterpi a poca altezza dal terreno o addirittura, in alcuni casi, sul terreno stesso, e non lo costruiscono meglio delle specie affini delle quali abbiamo già parlato.

Poiché si nutrono di svariate specie di sementi, sono molto facili da allevare, e bastano le cure più elementari per ottenerne la riproduzione; si accoppiano facilmente anche con le specie affini, dando vita ad ibridi non meno fecondi.

TORTORA (Streptopelia turtur)

Si riconosce per le forme snelle, il becco rettilineo e alquanto alto, i piedi lunghi ed esili, le ali anch'esse lunghe e la coda allungata e tondeggiante. Misura in lunghezza poco meno di trenta centimetri, ne ha dodici di coda, quindici d'ala e più di quarantacinque di apertura alare. Nelle parti superiori il suo piumaggio è di colore generale grigio-bruno-ruggine, con le singole penne marginate di bruno e macchiate di nero e cinerino nel mezzo; l'alto del capo e la parte posteriore del collo sono celesti, i lati del collo segnati da quattro striature trasversali nere con margini argentei, l'ingluvie e la parte superiore del petto rosso-vino e il resto delle parti inferiori che dal grigio-rosso-azzurrognolo va progressivamente sfumando nel grigio-biancastro. Le remiganti primarie sono grigio-nere, le secondarie azzurro-cenere, le scapolari nericce con larghi margini rosso-ruggine, l'occhio giallastro, il becco nero e il piede rosso-carminio.

Le tortore si diffondono in gran parte del l'Europa e dell'Asia, restando escluse o trovandosi unicamente per esemplari isolati nelle regioni più settentrionali; al sopravvenire della fredda stagione intraprendono regolari viaggi di migrazione dirette verso il Continente africano, oppure verso l'estremo meridione dell'Asia. Stormi numerosissimi se ne incontrano nelle isole Canarie e ravvivano con il loro lieto mormorare i numerosi avvallamenti e le pianure di quelle regioni; non meno numerose sono, in tutte le stagioni dell'anno, nelle aride pianure della Grecia, mentre in Italia risiedono soltanto nella buona stagione, allontanandosene alla fine dell'autunno e ricomparendovi in aprile. Nel centro d'Europa compaiono nel medesimo tempo.

Questi uccelli accoppiano all'elegante aspetto l'amabilità dell'indole della quale tuttavia si sono forse fatte lodi esagerate: i movimenti graziosi, la dignità del portamento, i flebili suoni della voce sono destinati a colpire l'osservatore, la cui ammirazione aumenta ancora quando abbia l'opportunità di ammirarne l'affetto coniugale; anche la Tortora ha però i suoi difetti: la tenerezza di cui è capace non supera quella degli altri uccelli e la sua fedeltà ne è probabilmente molto minore. Cammina con scioltezza ed eleganza, vola agile e leggera eseguendo le più difficili evoluzioni; posata sulla cima di un albero o di un cespuglio, emette, gonfiando il collo ed abbassando alquanto il capo, il suo verso, che è riprodotto assai bene dal nome latino ed anche da quello italiano, e ad esso intercala un leggero scoppiettìo, che deriva dalla rapida respirazione. Il verso è anzitutto espressione d'amore, e lo si ode perciò più frequentemente nel periodo della riproduzione; per corteggiare la compagna il maschio, dopo aver cantato, sale in linea obliqua agitando le ali, scende lentamente e ritorna al medesimo punto per rinnovare ancora più caldamente i propri inviti. Durante tutto il tempo della cova i coniugi restano fedeli l'uno all'altro e, se uno perisce, l'altro si dimostra inconsolabile: ad ogni modo è senza fondamento l'opinione secondo cui il coniuge superstite muore di dolore.

Dal momento in cui rimpatriano fino ad agosto si dedicano alla riproduzione nidificando due e anche tre volte all'anno. Maschio e femmina si dedicano assieme alla costruzione del nido, intessendo sommariamente ramoscelli, radici ed eriche in una costruzione piatta e leggermente depressa nel punto destinato ad accogliere le uova: il complesso è così leggero e trasparente che dalla base dell'albero sul quale è collocato si può scorgere ciò che contiene, e sarebbe destinato ad essere rovesciato dai venti se non lo proteggesse la posizione stessa in cui è posto. Maschio e femmina si alternano anche nella cova, e nutrono poi i piccoli al modo stesso degli altri colombi.
L'abilità nel volo salva la Tortora da molti nemici, ma, naturalmente, può spesso accadere che i piccoli soggiacciano alle insidie dei rapaci e dei piccoli carnivori. In gabbia si addomestica facilmente, supera i suoi simili per bellezza e per amabilità, e si induce facilmente tanto all'accoppiamento che alla riproduzione.

TORTORA DAL COLLARE o TORTORA COMUNE (Streptopelia risoria)

Le differenze fra questa specie e la precedente sono quasi insignificanti: la Tortora dal Collare misura in lunghezza circa trenta centimetri, ne ha cinquanta di apertura alare, quindici d'ala e dodici di coda, ed è colorata di giallo-isabella, più scuro sul dorso, più chiaro sul capo, sulla gola e sul ventre, mentre ha le remiganti nericce e la nuca segnata dalla consueta fascia nera. L'occhio è rosso-chiaro, il becco nero e il piede color carminio.

Le zone di diffusione di questi uccelli comprendono la maggior parte dell'India, l'isola di Ceylon, lo Yemen e una larga porzione dell'Africa orientale. In India li si incontra su alberi e cespugli a breve distanza dai campi coltivati, ma non sono tuttavia assenti dalle giungle compatte e dai luoghi aridi e squallidi. In Africa, sul cominciare della stagione secca, se ne vedono stormi compatti che impiegano per trascorrere fino ad un quarto d'ora, e, quando scendono sul terreno, lo ricoprono a perdita d'occhio; questi branchi si muovono e si fermano in rapporto con la presenza del cibo, e percorrono le steppe per diverse settimane. Durante gli altri mesi dell'anno vivono in coppie o in piccole famiglie; la voce, che ha loro meritato l'epiteto scientifico di risoriae, è in realtà un suono cupo e cavernoso, ben diverso da quello di una risata.

A quanto pare, in India cova in tutte le stagioni, mentre in Africa incomincia a riprodursi con le prime piogge e termina col chiudersi della stagione che da esse prende nome; nel periodo amoroso il suo comportamento è praticamente uguale a quello degli affini, il nido non è più compatto del loro e le uova ed i piccoli vengono trattati con la medesima tenerezza.

Alla vita di schiavitù questi uccelli si abituano senza difficoltà, riproducendosi anche più facilmente delle tortore comuni. Non sempre il modo di dire «dolce come una tortora» si applica loro esattamente: accade a volte che, rinchiusi nello stesso ambiente con altri uccelli, li trattino arrogantemente e mostrino nei loro riguardi una grande intolleranza.

COLOMBA MINORE (Chalcopelia afra)

Oltre alle diverse tortore citate finora, vive nell'Africa centrale una graziosissima specie, che, con alcune affini, si riconosce anzitutto per la coda breve e tondeggiante, per i piedi a tarsi alti e per i riflessi metallici delle penne remiganti. Si tratta della Colomba Minore, un uccello lungo circa diciotto centimetri, con coda di otto e ali di dieci; il suo piumaggio è bruno-terra sulle parti superiori, cinerino sull'alto del capo, bianchiccio sulla gola e sulla fronte e nero sul groppone; le parti inferiori sono grigio-rossicce e sfumano verso il bianco sul ventre, le remiganti sono bruno-nere con riflessi metallici azzurrognoli, le timoniere hanno un aspetto analogo con l'eccezione delle laterali, che sono completamente nere. L'occhio è rosso, il becco nericcio e il piede giallo-rosso.

La Colomba Minore vive in tutta l'Africa meridionale e orientale, ed è rappresentata nelle regioni occidentali dello stesso continente da una specie assai affine. Normalmente accoppiata, popola i bassi e intricati cespugli, trascorrendo le proprie giornate fra le macchie ombrose, dalle quali non si allontana che per brevi istanti, allorché è spinta dal bisogno di dissetarsi. Pacifica e innocua, predilige la pace e la solitudine, e il suo comportamento non è meno grazioso delle sue forme. Non è facile da scorgere a cagione della scarsa praticabilità dei luoghi in cui abitualmente risiede: molto di rado esce dai cespugli preferiti per correre all'aperto, e, appena può, torna a nascondervisi. Del resto, i siti in cui abita sono così ricchi di semi, specialmente quelli di piante rampicanti, che le riesce facilissimo trovare tutto ciò di cui ha bisogno.

COLOMBI RALLIDI

Appartengono a questa famiglia quelle specie che si distinguono soprattutto per i tarsi alti, e che vivono perciò esclusivamente sul terreno. Sono diffusi in tutti i continenti eccettuata l'Europa, ed hanno per altri caratteri comuni le ali brevi o di media lunghezza, la coda ora breve e retta, ora leggermente arrotondata, in alcuni casi prolungata e cuneiforme.

Nel modo di vivere segnano il passaggio fra i colombi e i gallinacei: alcune specie si accostano molto a certe pernici, al punto da ingannare gli osservatori non abbastanza esperti.

CUCULÌ (Melopeleia meloda)

E' la specie più nota di un gruppo che si avvicina alle tortore, ed è caratterizzata da ali e coda piuttosto lunghe e da larghi spazi nudi intorno all'occhio. Misura trenta centimetri di lunghezza e ne ha diciassette d'ala; il suo piumaggio è colorato di bruno-cannella sulle parti superiori e di bruno-scuro sulle inferiori, mentre il groppone è azzurro-grigio, la parte inferiore del collo e la regione della gola sono bruno-rosse, la parte inferiore del petto ed il ventre grigiastri, le penne remiganti bruno-scure con margini bianchi e le timoniere grigio-nere con la punta bianca orlata di nero. Una macchia nera e allungata di forma ovale è posta al di sotto della regione auricolare, l'occhio è azzurro-scuro, il becco nero ed il piede rosso.

Originario delle regioni occidentali dell'America del sud, il Cuculì si distingue particolarmente per il melanconico verso, che suona appunto come il nome che gli è volgarmente attribuito, e viene ripetuto per parecchie volte di seguito. Tanto in libertà che in gabbia non presenta differenze di qualche rilievo dalle tortore, sia quelle comuni che quelle dal collare. In gabbia vive abbastanza facilmente e si adatta senza difficoltà ai nostri climi.

COLOMBA PASSERINA (Pyrgitoenas passerina)

Appartiene alle specie più piccole dell'ordine, conosciute in generale con il nome di colombi-passeri: ha forme tarchiate, collo breve, testa piccola, becco corto, rettilineo e debole, piedi scarsi, ali medie e coda piuttosto breve e tondeggiante. La Colomba Passerina misura in lunghezza poco più di quindici centimetri, e ne ha sei di coda, otto di ala e venticinque di apertura alare. Il suo piumaggio è cinerino sull'alto del capo e sulla parte superiore del collo, grigio-bruno sul groppone e bianchiccio sulla gola, mentre il petto e la parte anteriore del collo hanno le singole piume marginate di bruno-scuro, colore che si ripete sulle remiganti. Le timoniere sono nere, con margini bianchi su quelle laterali, le copritrici dell'ala presentano delle macchie rotonde con riflessi d'acciaio, l'occhio è rosso arancio, il becco rosso-pallido e il piede bruno-carne.

Diffusa nelle regioni meridionali degli Stati Uniti e nell'Arcipelago delle Antille, nel settentrione americano la si incontra soltanto come uccello di passo, oppure limitata alle zone costiere. Vera colomba di terra, gareggia nella corsa con i gallinacei e solo di rado si decide a volare, percorrendo tratti molto brevi e tenendosi sempre rasente al suolo con un rumoroso agitare delle ali. Nei mesi della primavera i boschi risuonano del verso sonoro e dolce della Colomba Passerina, ed è allora abbastanza agevole scoprirne il nido piuttosto vasto e solido, collocato nei bassi cespugli e intessuto di rami secchi e di tenere erbette. Nell'aprile vi si trovano due piccole uova bianche, ed altre due nel giugno; il maschio, mentre la compagna cova, si comporta allo stesso modo di quello della tortora dal collare, ma è più battagliero e coraggioso contro gli avversari, anche i più grandi e potenti.

Il nutrimento di questi uccelli comprende piccole sementi di diverse qualità, riso e piccole bacche: per agevolare la digestione essi raccolgono anche dei piccoli sassolini. Secondo l'usanza dei gallinacei, amano voltolarsi nella sabbia, e spesso si raccolgono in gran numero entro piccoli spazi per compiere questa operazione.

COLOMBA SPARVIERO STRIATA (Geopelia sinnica)

E' un uccello piccolo e grazioso, con ali leggermente tondeggianti, coda lunga quanto l'ala e abito generalmente disegnato a strie. La sua lunghezza è di circa ventitré centimetri, ali e coda ne misurano dieci, ed il piumaggio è di colore bruno-terra con fasce distribuite tanto sulle parti superiori che sulle inferiori. In particolare, sulle parti superiori tutte le piume sono marginate di nero e sulle inferiori hanno fini fasce dello stesso colore; la gola e la fronte sono cinerine, il ventre è bianchiccio, le remiganti e le copritrici centrali della coda sono bruno-bronzo, le piccole copritrici delle ali sono bruno-rosse e punteggiate di nero e le caudali laterali nerissime alla base e bianche all'estremità. L'occhio è bruno-chiaro, il becco giallo-chiaro ed il piede giallo-scuro.

Le isole della Sonda e le Molucche sono la vera patria della Colomba Sparviero Striata, che si incontra anche nei paesi circonvicini. In Europa è stata da tempo introdotta e studiata nel suo comportamento in gabbia: a questo proposito, debbo dire che, per quanto ho potuto io stesso osservare, le lodi che ho inteso tessere sull'amabilità e sulla gaiezza di questi uccelli mi sembrano almeno eccessive, poiché essi hanno l'usanza di restare per ore ed ore immobili e tranquille, muovendosi soltanto per mangiare e per bere. In generale, li si può considerare abbastanza noiosi, quanto poi alle loro abitudini in libertà, quello che ne sappiamo non ce li fa apparire diversi dalla regola generale della loro famiglia e delle famiglie affini.

COLOMBA DALLA CODA CONICA (Stictopelia cuneata)

Originaria dell'Australia, la Colomba dalla Coda Conica si distingue dalla precedente per la coda alquanto più lunga e graduata, e per il disegno a gocce del piumaggio. Le piume della testa, del collo e del petto sono di colore grigio, il dorso e le spalle sono bruno-cannella, le copritrici dell'ala grigio scure; due macchie bianche adornano la regione scapolare e sono circondate da una linea nera, il ventre e le copritrici inferiori dell'ala sono bianchi, le remiganti brune con il vessillo interno rossiccio e le timoniere e le centrali grige con gli apici neri, le altre nero-grige alla radice e bianche in punta. Alquanto più piccola del maschio, la femmina è, inoltre, colorata di bruniccio sull'occipite, sul collo e sulle parti superiori, ed ha macchie meno regolari sulle ali; come il compagno, ha gli occhi di una vivace tonalità di rosso, il cerchio perioculare rosso-pallido o giallo-verde, il becco olivastro e il piede rossiccio o anche gialliccio. Le misure sono comprese tra i venti centimetri circa della lunghezza, gli otto delle ali e i poco più che dieci della coda.

Usa a cibarsi di diverse qualità di cibi, depone le proprie uova in un nido leggero, ma costruito con cura, e collocato su qualche biforcazione a poca altezza da terra. Al suo interno si trovano, nella stagione adatta, le solite due uova bianche.

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COLOMBI CORRIDORI

Alcuni colombi, o giratori, dalle forme tozze e robuste, con ali tondeggianti, piedi alti e tarsi grossi muniti di brevi dita, sono di solito collocati nella famiglia dei Colombi Corridori, originaria dell'America meridionale e centrale. Limitiamo la descrizione ad una sola specie, la più singolare e nota del gruppo, del quale essa riunisce praticamente tutti i principali caratteri.

COLOMBA PERNICE (Starnoenas cyanocephala)

Si tratta di un bellissimo uccello, lungo trenta centimetri e fornito di ali e coda, entrambe aggirantisi sui tredici: l'apertura alare raggiunge i quarantadue centimetri. Le sue forme sono robuste, le ali brevi, la coda è di media lunghezza e arrotondata, il becco forte ed arcuato, il piede lungo, a tarsi grossi e fornito di dita brevi fortemente unghiate; ricco e resistente è il piumaggio, interrotto da una stria nuda, che rappresenta le redini ed è rivestita di piccoli bitorzoli ovali. Il colore predominante, bruno-cioccolato, si muta sulle parti inferiori in bruno-rosso, mentre l'alto del capo e alcune piumette dure ai lati e al di sotto della gola sono azzurro-ardesia; il viso, la nuca e la gola sono neri, le redini e una fascia che circonda la gola bianche, le remiganti bruno-scure con margini bruno-rossi sul davanti e cinerini nella parte inferiore. L'occhio è bruno-scuro, il becco rosso-corallo alla radice e azzurrastro in punta, il piede rossiccio, rosso-azzurrognole le dita e celesti le loro articolazioni.

La Colomba Pernice è originaria dell'isola di Cuba, da cui si allarga a settentrione fino alla Florida ed a mezzogiorno fino al Venezuela; a quanto pare, visita anche le regioni superiori del Brasile e l'isola di Giamaica. Ama tenersi al riparo delle foreste vergini, tra le cui verzure la sua indole timida e schiva trova a tutto suo agio quanto è necessario per sfuggire le insidie e gli sguardi indiscreti, sugli alberi più alti di prima mattina, tra i cespugli nelle ore più calde del pomeriggio, è sempre estremamente difficile da scoprire e da osservare, e spesso il naturalista che la cerca è costretto a rinunziare ad inseguirla dopo aver, senza costrutto, consumato gran parte del suo tempo. Anche il nido viene predisposto da questi uccelli, avendo cura di trovare posizioni perfettamente occultate e protette tra le più cupe ombre del bosco, e consta dei consueti ramoscelli secchi sommariamente intessuti.

FAPI

Le Fapi, originarie dell'Australia, appartengono anch'esse al novero di quei colombi che amano trattenersi sul terreno, ma si distinguono da quelli menzionati precedentemente per avere i piedi a tarsi brevi e dita lunghe. La loro mole è relativamente grande e robuste ne sono le forme; di aspetto svelto e spigliato, hanno becco forte, ali generalmente lunghe ed acute, coda anch'essa abbondante, o al massimo, di media lunghezza, e un abito eccellentemente colorato con riflessi metallici sulle copritrici dell'ala. Eleganti e graziose, vivono inoltre assai bene in gabbia, si addomesticano e si propagano con facilità.

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